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TitreDiscorso intorno alla scoltura, et pittura
AuteursLamo, Alessandro
Date de rédaction
Date de publication originale1584
Titre traduit
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Date de reprint

, p. 13-14

Contengono in oltre queste gratiose arti una quasi divina eccellenza, e che ciò sia vero, mi si puotrà mai negare, che effetto non sia di sovrahumano intelletto capire, imprimere, e ritenere salde nella memoria tante varietà di cose, e poscia coi colori, co’ lumi, con l’ombre coi lineamenti, e dintorni tanto bene isprimerle, e renderle simili al vero, et al vivo, che, come racconta Plinio, il Budeo, et il Testore, si senteno all’aspetto d’una depinta vacca inamorati i tori mandar dal infiamato petto amorosi muggiti ; annitrir cavalli all’obietto d’una depinta cavalla ; abbaiar cani contro un depinto cane.

Dans :Apelle, le Cheval(Lien)

, p. 8

Non se ne goderono Alessandro, ch’ella, e la Scoltura insieme a’ secoli loro facevano miracoli, tanta era la copia, l’eccellenza, e la perfettione de gli artefici amati, sovvenuti, et aggranditi dalla reale magnanimità di cotesti imperatori ; e tanto piacque all’istesso Alessandro l’eccellenza loro, che non volle mai, che altri, che Lisippo in bronzi, lo sulpissero, e che altri che Apelle il dipignessero. Horatio.

Edicto cavit, ne quis se, præter Apellem

Pingeret, aut alius Lisippo duceret æra.

Egli è vero, che si legge, che Pirgotele anche egli lo scuolpi in gemme. [[4:suite : Pamphile]]

Dans :Apelle et Alexandre(Lien)

, p. 17

E non solamente furono le buone pitture, o scolture appresso de gli antichi in grandissimo prezzo, e veneratione, ma le grosse bozzature, e le semplice linee ancora, il che chiaramente si manifesta vero dalla stima, che si faceva di quella tavola, dove solamente una linea di Prothogene, e due d’Apelle cosi sottili si scorgevano, ch’ella era ammirata da ciascuno, e da ogni grande huomo desiderata, e carissima sopra ogni altra sua cara cosa tenuta da Cesare, nel primo incendio del cui Palazzo ella poi si rissolse in cenere. [[4:suite Vénus inachevée]]

Dans :Apelle et Protogène : le concours de la ligne(Lien)

, p. 17-18

Fù la Venere d’Apelle, che egli morendo lasciò imperfetta in Choo in tanta riverenza havuta, che non fu mai conceduto ad alcuno il porvi la mano, per finirla, avegna che Cicerone dica nel libro de gli officii, che la cagione, perché non si finì, fù, per non ci essere all’hora, ne poi pittore, che gli bastasse l’animo di rapportarne honore, qualhora posto si fosse all’impresa di stabilirla.

Dans :Apelle, Vénus inachevée(Lien)

, p. 13

[[8:voir aussi Timanthe]] Scuprono nulladimeno tanto leggiadramente, e somigliantemente al vero ne i colori, nell’attitudini, nelle linee, nell’ombre, e ne i getti gli artefici gli animi di coloro, che essi isprimono, che moversi, spirar, e favellar risembrano, e mostrano al difuori chiaramente nella fisionomia i secreti effetti de gli animi loro, il che anticamente si vedeva chiaro in tutte le figure di Demone, il quale era tanto perfetto fisionomista, che ne i depinti huomini da lui si conosceva espressa vivacemente le nature, e le qualità loro. Altertanta perfettione, et eccellenza contenevano l’opere di Aristide Thebano, se crediamo a Plinio, uguale ad Apelle. Il simile si scorgeva nel sacrificio d’Ifigenia depinto da Timante, la onde si può d’una bella, et eccellente opera o sia di pittura, o di scoltura dir, e credere quel tanto, che d’una depinta cagnuola scrisse Martiale.

Ipsam denique pone cum catella,

Aut utranque putabis esse veram,

Aut utranque putabis esse pictam.

E de gli scolpiti pesci di Fidia

Artis phydiacæ tercuma clarum

Pisces aspicis, adde aquam, et natabunt.

Dans :Aristide de Thèbes : la mère mourante, le malade(Lien)

, p. 17

Quanto poi fosseno apprezzate l’eccellenti pitture, e scolture ce lo mostra chiaro l’istesso Plinio, dicendo, che una tavola d’Aristide fù da Attalo Rè comperata per cento talenti ; due di Temomacho da Cesare per 80, et che Candaule diede a Bularcho tanto oro in cambio, quanto pesava la tavola, dove egli havea depinta la Magnete battaglia, e ch’Hortensio oratore pagò una tavola di Ciclia 144 talenti ; e che una pittura di Zeusi fu giudicata di valore di 60 sestertij.

Dans :Bularcos vend ses tableaux leur poids d’or(Lien)

, p. 5

Non fu la Pittura da gli Egitii, o da Caldei, e la scoltura da’ Corinthii quasi ne’ primi secoli ritrovate ? E, se per sorte se mi dicesse, che particolari, e private persone insegnassero la Pittura, come furono il Lidio Gige, l’Egittio Filocle, et il Greco Cleante, i quali l’ombre, che i corpi naturali formavano in terra semplicemente contornando, furono della Pittura, che hoggidì si chiama ancora lineare, o graphide, i primi inventori e maestri, e dopo loro Erdice, et Elefane, che senza pur diversità di colori, cominciarono a spargere per cotali dintorni linee ; si mi puotrebbe per questo argomentare, che nobile non fosse la Pittura ?

Dans :Les origines de la peinture(Lien)

, p. 8-9

Comanda Aristotile che i gioveni debbano apprendere la Pittura, come a conseguir molte altre virtù utile, è necessaria. Senza questa non si può essere perfetto geografo, ne cosmografo, ne perspettivo a mio giudicio. Era anticamente costume de’ più nobili Greci d’impiegare gli ingegni de loro figliuoli in questa nobilissima professione. Ma che dirò di più? Non fu appresso de loro vietato a’ servi l’imparar questa; e conceduto loro l’essercitarsi nella medesima? La onde chiaramente si vede, che tanto più della Medicina la Pittura è stata giudicata signorile, et utile, quanto è più della servitù la libertà nobile, e gentile. Ne ciò fecero senza ragione i savii Greci, percioche non si mi negherà mai, che si come l’honore nostro particolare si hà da essere più, che la vita nostra particolare caro, e, si come quegli di questa è più nobile, cosi la Pittura, che conserva gli honori nostri immortali, ha da essere più da noi apprezzata, che la Medicina, laquale, oltre che è chiamata arte fallace, per puoco tempo ci può conservare in vita. Hebbero la Scoltura, e la Pittura fra l’arti liberali il primo grado, come virtù nobile, e, che nascono da gli intelletti de gli huomini liberi, e furono accettate da tutte le scuole de filosofi del mondo, come referisce Laertio, Demetrio, e moltri altri.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, p. 13

[[8:voir aussi Aristide de Thèbes]] Scuprono nulladimeno tanto leggiadramente, e somigliantemente al vero ne i colori, nell’attitudini, nelle linee, nell’ombre, e ne i getti gli artefici gli animi di coloro, che essi isprimono, che moversi, spirar, e favellar risembrano, e mostrano al difuori chiaramente nella fisionomia i secreti effetti de gli animi loro, il che anticamente si vedeva chiaro in tutte le figure di Demone, il quale era tanto perfetto fisionomista, che ne i depinti huomini da lui si conosceva espressa vivacemente le nature, e le qualità loro. Altertanta perfettione, et eccellenza contenevano l’opere di Aristide Thebano, se crediamo a Plinio, uguale ad Apelle. Il simile si scorgeva nel sacrificio d’Ifigenia depinto da Timante, la onde si può d’una bella, et eccellente opera o sia di pittura, o di scoltura dir, e credere quel tanto, che d’una depinta cagnuola scrisse Martiale.

Ipsam denique pone cum catella,

Aut utranque putabis esse veram,

Aut utranque putabis esse pictam.

E de gli scolpiti pesci di Fidia

Artis phydiacæ tercuma clarum

Pisces aspicis, adde aquam, et natabunt.

Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)

, p. 17

[[4:suit Bularcos]] Leggesi in oltre, che Apelle, e Zeusi donavano l’opere loro, percioche si vergognavano a venderle, giudicando, che non si ritrovassereno thesori, che bastevoli fossero a compitamente pagarle.

Dans :Zeuxis et la richesse(Lien)